“Agricoltore per tradizione, mugnaio per passione”, così si definisce sulla sua pagina Facebook Leonardo Petruccelli, dell’Azienda agricola Zilletta di Brancia, tra San Marco in Lamis e San Severo, ai piedi del Gargano. Tradizione e passione sono proprio le parole adatte a descrivere il giovane, che nel 2016 ha preso le redini dell’azienda fondata dal bisnonno. Scorrendo la pagina Facebook si scopre che Leonardo, figlio del suo tempo, ha unito i saperi tramandati dalla sua famiglia alla scienza studiata sui libri della Facoltà di Agraria e alle conoscenze apprese durante i progetti di scambio culturale a cui ha aderito durante il suo percorso accademico. Leonardo, con la sua attività, aderisce inoltre a WWOOF (WorldWide Opportunities on Organic Farms), un’organizzazione mondiale che mette in contatto le aziende biologiche ed offre vitto e alloggio in cambio di lavoro.
Nei 27 ettari dell’Azienda Zilletta di Brancia, Leonardo coltiva in biologici cereali di varietà antiche come Frassineto, Bianchetta, Risciola, Autonomia B Miscuglio Evolutivo, Senatore Cappelli, Saragolla, Segale, Iurmano, Mais 8 file. In rotazione anche legumi, favino e ceci, oltre che avere un piccolo allevamento domestico di vitelli e maiali.
La passione di Leonardo per i grani antichi si manifesta durante la prima edizione di “Sementia”, tanto che, tornato a casa dopo la tre giorni dedicata ai grani organizzata da Slow Food, chiede subito ai nonni e scopre un sapere sui grani antichi della sua terra che non conosceva. Decide così di farne il fulcro della sua attività, diventando da lì a poco tanto produttore della materia prima per il Presidio del Pane di Monte Sant’Angelo.
Nel 2017 passa all’acquisto di un mulino a pietra “per macinare da me il mio raccolto, perché la molitura a pietra permette di conservare le caratteristiche intrinseche del grano,- racconta- e dargli il giusto valore sul mercato”.
Si dedica così alle relazioni con altri produttori e dà l’avvio a una filiera: macinato il suo grano porta la semola presso un’azienda di sua fiducia che la trasforma in pasta, collabora con un fornaio che panifica con lievito madre creando così una filiera corta del pane.
Per citare le sue parole “Coltivazione, molitura, produzione di pasta e pane per slegarmi dalle logiche del mercato, perché il grano è volatile per i prezzi e in questo modo mi sono dato una stabilità economica” .
“Di Slow Food condivido l’attenzione nei confronti dei piccoli produttori che ogni giorno cercano di mettere in tavola un cibo sano, pulito e giusto. La Rete Slow Grains – conclude Leonardo – è il mio lavoro, mi occupo di grani antichi locali e la Rete è un mezzo per condividere i saperi, per cooperare e cercare di portare tra tutti la cultura dei grani tradizionali e dei benefici che ne derivano dal punto di vista economico e soprattutto salutistico”.
Parole di un giovane, c’è di che ben sperare!