C’è stata una rivoluzione nelle campagne piemontesi: è quella di Manuel Poli e Daniela Manfredelli che, in Valdilana, ai piedi delle montagne biellesi hanno aperto “Frangipane” un forno di paese.

Manuel fabbro e agricoltore e Daniela ragioniera, nel 2011 hanno deciso di cambiare vita e hanno fondato “Eticagricola”, un’azienda che pratica un’orticoltura rispettosa della terra.

“Per un periodo ho fatto l’impiegata, ma quella non era la mia storia, mi sentivo in una sorta di galera – racconta Daniela – e allora d’inverno viaggiavamo e tornati a marzo ci industriavamo con vari lavori. Quando abbiamo avuto la nostra bambina, con Manuel abbiamo preso in commodato d’uso gratuito un terreno a una trentina di chilometri da qui e abbiamo cominciato l’avventura di ‘Eticagricola’ dove facevamo coltivazione biologica di ortaggi e antichi mais da polenta”. La vendita porta a porta due volte a settimana delle cassette di verdura ma poi due annate non proprio felici a livello climatico “e parecchie sfighe agricole,” ma soprattutto la decisione dei proprietari di cedere l’azienda, nel 2017 un nuovo cambio di rotta.

I loro sogni in continua evoluzione li hanno portati, infatti, a sistemare un vecchio stabile dove hanno aperto “Frangipane”, un “forno controcorrente”, che offre agli abitanti della zona un pane semplice, impastato con farine biologiche da cereali coltivati sul territorio (due grani teneri, Abbondanza e Goldcorn e due tipi di farro, Spelta e farro di cocco e grano saraceno), cotto nel forno a legna e una panificazione che fa uso esclusivamente di lievito madre.

“Io facevo il pane per noi con la pasta madre e abbiamo deciso di acquistare un saloncino vicino casa nostra e abbiamo fatto tutto noi, dagli infissi alle macchine vecchie rimesse a nuovo e nel 2019 finalmente abbiamo aperto il nostro forno”. Un forno che definiscono “Controcorrente”: “La parola ha un significato ambivalente ambivalente – spiega Daniela – un gioco di parole perché abbiamo il forno a legna e non elettrico e anche perché in un paesino di montagna certamente era una cosa nuova: qui il pane così ‘rustico’ era una sfida esagerata, pasta madre, prezzo molto più caro, cotto nel forno a legna, cose che qui non sono all’ordine del giorno”.

Daniela racconta che quando hanno aperto il forno credevano di offrire i loro prodotti soprattutto a rivenditori esterni invece “la risposta sul territorio è stata una sorpresa perché siamo aperti al pubblico 3 giorni a settimana solo di mattina e la metà del fatturato viene da lì. Questo ci gratifica molto, soprattutto perché ci dimostra che le persone sono solidali, si identificano, si sentono parte della storia, ci hanno visto prendere un vecchio salottino e fare tutto da noi, con le nostre mani ed ora il nostro forno è diventato anche un punto di aggregazione”.

Manuel e Daniela con la loro attività, sono tra i fondatori della “Rete Agricola Biellese”. Per aprire il forno, hanno avuto accesso a dei finanziamenti del PSL – Piano di Sviluppo Locale gestito dal GAL – Montagne Biellesi che li ha messi in contatto con un ragazzo che ha un allevamento di capre e produce formaggio, un mugnaio e un coltivatore di cereali: “E’ stato come completare un sogno, perché nella nostra idea iniziale c’era di produrre da noi i cereali. Per noi infatti è molto importante conoscere l’origine delle farine che usiamo, Il pane la faccio -afferma fiera – con una farina che guardo in faccia chi la produce e questo è valore aggiunto inestimabile”.

“È importante sentirsi parte di una storia- conclude- e non appena ci hanno parlato della Rete Slow Grains abbiamo aderito con entusiasmo perché ci sono uomini e donne come noi, che credono in quello che fanno e non solo per lavoro, ma come creazione in senso puro e valori da portare avanti e condividere”.